Pizzo di Stato

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Lettera aperta di un piccolo imprenditore a politici,
giornalisti, associazioni e consumatori interessati

Il decreto legge n.76 del 28 giugno 2013 - in discussione
in questi giorni alla Camera - al Titolo III
“Disposizioni in materia di IVA e altre disposizioni
urgenti”, articolo 11, comma 22 – (imposta di consumo sui
prodotti succedanei dei prodotti da fumo) sancisce che:
- a decorrere dal 1° gennaio 2014 i prodotti contenenti
nicotina o altre sostanze idonei a sostituire il
consumo dei tabacchi lavorati nonché le sigarette
elettroniche e le parti di ricambio, sono
assoggettati ad imposta di consumo nella misura pari
al 58,5% del prezzo di vendita al pubblico;
- la commercializzazione dei prodotti è assoggettata
alla preventiva autorizzazione da parte dell’agenzia
delle Dogane e dei Monopoli;
- la vendita dei prodotti medesimi è consentita altresì
per tramite delle rivendite dei tabacchi.
Urge qualche riflessione in merito:
- un incremento di tassazione nella misura del 58,5%
(oltre al 21% di IVA attualmente in vigore) è
spropositato e si giustifica – secondo i nostri
informatissimi (sic!) parlamentari - con
l’equiparazione de-facto delle sigarette elettroniche
a quelle tradizionali. Ora, fra le due, di comune,
c’è solo il nome, ma le prime si chiamano anche
“vaporizzatori personali”, quindi nemmeno quello: non
c’è combustione, non c’è tabacco, la nicotina può
essere anche assente e per giunta è un dispositivo
elettronico, è un semplice aerosol!
- La sigaretta tradizionale è tassata in quanto si
caricano sul consumatore i costi che presumibilmente
la comunità dovrà affrontare per curare i danni
causati dal fumo sul fumatore e su coloro che sono a
lui vicino (fumo passivo). Ora, non c’e’ prova che la
sigaretta elettronica sia cancerogena, ostruisca le
arterie, e quant’altro. E’ dimostrato invece che, non
essendoci combustione e non creandosi le 4.800
sostanze tossiche, la sigaretta elettronica fa dalle
100 alle 2.000 volte meno male della sigaretta
tradizionale. Per di più si sa per certo che non
emette fumo passivo (quello che l’e-cig emette è
vapore acqueo). Mi si obietterà che non conosciamo
ancora gli effetti a lungo termine. Ebbene, non si
può far passare l’idea che se non si è certi che
faccia male, allora fa male a prescindere! Non si è
ancora certi degli effetti delle onde
elettromagnetiche, ma non per questo si tassano del
60% i cellulari o i televisori;
- Tassare le batterie e i carica-batterie è pura
follia. In parte sono gli stessi che si usano per
ricaricare i cellulari o l’i-pad!
- Mettere sotto monopolio gli e-liquid equivarrebbe, ad
oggi, a mettere sotto monopolio i succhi di frutta
per timore dello zucchero.
- E poi, che ci azzeccano i tabaccai? Perché dovrebbero
incentivare le sigarette elettroniche a scapito di
quelle che hanno sempre venduto? Il conflitto di
interessi è evidente anche per un bambino. E allora
perché questo regalo dei nostri parlamentari alla
lobby del tabacco? Non sarà perché hanno preso
qualche mazzetta? (A tal proposito si veda il
servizio-denuncia delle Iene del 19 maggio 2013
“Parlamentari pagati dalle lobbies?”)
http://www.video.mediaset.it/video/ien e/puntata/39006
0/roma-parlamentari-pagati-dalle-lobbi es.html
Dal comunicato stampa della FIT (Federazione Italiana
Tabaccai) si legge: “Il governo ha fatto propria la
nostra posizione regolamentando la sigaretta
elettronica”; ma da quando, mi chiedo, il governo
lavora a favore di una categoria di lavoratori contro
un’altra categoria? Non dovremmo essere tutti uguali?
- Mi si obietterà: il consumo delle sigarette
tradizionali è diminuito, ergo lo Stato sta
incassando di meno… Non corretto: in primis le
migliaia di negozi pagano le tasse, l’IVA e assumono
dipendenti; in secondo luogo, la diminuzione del
consumo di tabacco, produrrà una notevole riduzione
di costi della Sanità Pubblica, oltre a salvare
migliaia di vite.
Chi ci rimetterà se questo decreto dovesse essere
convertito in legge negli stessi termini?:
in primis i consumatori, che si vedranno privati della
possibilità di scegliere un’alternativa più salubre e
meno economicamente dispendiosa; in seconda battuta
migliaia di negozianti che dovranno per forza abbassare
le serrande, dozzine di artigiani che forgiano pezzi
unici e decine di aziende che producono liquidi; poi ci
rimetterà lo Stato stesso perché la fiscalità
sproporzionata favorirà sia il commercio online da siti
esteri, sia il puro contrabbando, cioè l’illegalità; ed
infine si decreterà la morte della sigaretta elettronica,
l’unico strumento oltre 400 volte più efficace di
qualunque altro mezzo (cerotti, gomme da masticare,
agopuntura) ad oggi utilizzato per smettere di fumare.
Cos’è possibile fare in alternativa?
Il settore delle sigarette elettroniche va sicuramente
regolamentato; personalmente sono a favore di un
patentino per gli operatori del settore, di un capitolato
di requisiti minimi per i componenti dell’e-cig ed
eventualmente un sistema di tassazione incrementale per i
liquidi